lunedì 22 marzo 2010

occhi

I miei occhi stanchi,
desiderosi di vedere,
i miei occhi attenti.
I miei occhi che ti accarezzano,
che ti spiano,
che ti baciano.
I miei occhi
incapaci di andare oltre,
incapaci di indovinare,
i miei occhi impudichi,
i miei occhi spietati.
I miei occhi.
Come riposerò
i miei occhi?
Su quale tuo sorriso
li fermerò?

giovedì 18 marzo 2010

inquietudine

Notte,interno camera ,finestra semiaperta,lontani rumori di strada.Che cerco questa notte, che mi aspetto?Questa notte la luna non è sorta,una foschia compatta nasconde le stelle,una smania che non ha nome nasconde i miei sogni.Sotto nuvole di cartapesta volano angeli deformi come enormi farfalle silenziose,l'insegne al neon gettano lampi colorati contro il cielo e illuminano gelidi sguardi di metallo.

lunedì 8 marzo 2010

Praha 1968,1982,2005



2005,era questo il futuro che sognavi?
Quali immagini attraversarono la fiamma e penetrarono in te nell'attimo in cui diventavi polvere e vento?
Oggi l'Europa,la nuova Russia girano per questa Disneiland di stracci e paillettes,dalla Moldava al ghetto vecchio,gente,auto,indifferenza.Il vecchio golem non monta più la guardia,ma trasformato in portalume si ammassa sulle bancarelle di souvenir,solitaria rimane la tomba di rabbi Judah Loew.Era questo il futuro per cui morivano i tuoi ventanni Jan Palach?


Praha è una metafora,un'immagine riflessa e deformata,Praha è la magia d'un sogno che da p.za Venceslao,arriva all'assurdità del cimitero ebraico.
Praha il passo pesante di soldati russi,la notte rimbomba nei vicoli,le ceneri di Jan Palach,si depositano sulle facciate pastello dei lungo Moldava e da lì,il vento le trascina su per le strade ripide di Malastrana,su fino al castello dove dormono i padroni.Praha è la voce che alla radio invoca la matrigna Europa,che chiusa nella sua nullità ascolta canzoni americane.La notte cupa dei carri armati e l'alba livida dei sogni che muoiono.Praha 1968,le finestre sono occhi spalancati sul niente,l'Europa e l'America ballano,qualche volta leggono Kafka che scriveva in tedesco.

Praha 1982,i militari russi ormai come souvenir,marciano cupi ed impettiti,discreti per non turbare i turisti tedeschi,italiani in maggioranza.Praha splendidi palazzi impero,un pò cadenti,un pò scoloriti e tutta la magia della città d'oro da Carluvmost a Venceslao,a p.za del vecchio municipio, al cimitero ebraico silenzioso e sconvolto,dove il Golem monta la guardia alla tomba di rabbi Judah Loew suo creatore,attorno il vecchio ghetto rigurgita silenziosi ricordi dei sopravvissuti alla vertigine nazzista.
Praha è la magia delle sue notti,delle sue ombre,del suo fiume pieno di cigni e germani,fatto di acqua muta e lenta.
La via dell'oro,attorno aleggia il fantasma di Rodolfo d'Asburgo dei suoi alchimisti,dei suoi maghi e astrologhi,ma anche l'arte sublime e misteriosa dell'Arcimboldo.
Praha è magia di silenzi,di sospiri e sofferenze,Praha è il volto dei suoi giovani biondi,Praha è il percorso delle conquiste del socialismo,che nessun tutista percorre,è p.za Venceslao con le lunghe code di vecchi,donne,ragazzi davanti alle automobili,le moto dell'occidente.